UNA NUOVA SCALA PER S. CHIARA
di Giovanni Tamburro con Ganesh Poggi, Paola Sannicandro, Flavio Giaccone | 2015
La progettazione della scala di accesso alla torre campanaria della basilica di S. Chiara a Napoli pone innanzi tutto il problema dell’inserimento di un oggetto architettonico moderno in un contesto storico ricco di pregio e degno di rispetto. Il nuovo manufatto è, infatti, direttamente connesso al campanile di fondazione trecentesca, caratterizzato da un severo basamento in pietra che ricorda quello di una torre difensiva e da due livelli superiori in mattoni con stilemi marmorei di tipo barocco. La scala, inoltre, si relaziona strettamente con le forme gotiche provenzali della basilica di S. Chiara e ad uno spazio urbano denso e articolato, che trova nell’area del Monastero un’oasi aperta per la sosta e l’incontro. Essendo, infine, una struttura funzionale all’accessibilità turistica, idealmente la scala si rapporta con gli spazi interni visitabili del complesso: le solide navate gotiche della chiesa che si stagliano sul pavimento barocco di Bernardo Fuga, i colori scintillanti delle maioliche del XVIII secolo del Chiostro delle Clarisse, i ruderi delle terme romane del I secolo d.C. Il contesto, fortemente caratterizzato dal punto di vista storico e artistico, ha vissuto nel corso dei secoli danneggiamenti, rifacimenti, restauri, demolizioni e aggiunte: un processo di stratificazione in cui la scala, oggetto del concorso, si colloca come ultimo innesto, espressione della sua contemporaneità. E’ chiaro che ogni aggiunta contemporanea solleva numerose questioni di rispetto e coesistenza, le quali fungono non solo da presupposto ma anche da stimolo per le scelte progettuali.
Vista
Per la natura dello spazio urbano il nuovo accesso alla torre diventa anche occasione per ridefinire la funzione pubblica, di incontro, socializzazione e scambio culturale a cui questo spazio è votato. Non puro elemento funzionale ma un nuovo segno attrattore che inviti il pubblico alla visita e a godere di una sosta nell’adiacente parco, la scala si propone anche di esaltare il valore scenico dello spazio in cui si colloca fornendo un nuovo punto di vista sull’intorno. Sulla base dei criteri esplicitati e delle richieste del bando si è scelto di realizzare una scala in acciaio che parte dal parco adiacente alla torre per sfruttarne la quota più alta rispetto a quella immediatamente alla base del campanile. La scala è costituita da due rampe disposte secondo una linea spezzata con cambiamento di direzione in corrispondenza del pianerottolo intermedio.
Pianta della scala e del parco adiacente
La progettazione è stata basata sul tentativo di integrare il più possibile il nuovo progetto architettonico con il contesto, le cui componenti principali sono quella storico artistica, incarnata dal complesso di S. Chiara, e quella naturalistica rappresentata dal parco adiacente alla torre, piccola oasi verde che si vuole valorizzare. Il rapporto fisico tra il nuovo inserimento e il manufatto storico si basa sulla volontà di distacco e indipendenza del nuovo oggetto architettonico. Tale criterio si concretizza in una scala che non si appoggia al campanile, ma dotata di una struttura portante autonoma. Il contatto è rappresentato da una lastra d’acciaio che si adagia sulla soglia della porta di accesso del campanile per consentire il collegamento funzionale tra i gradini e l’interno della torre. La volontà di distacco e autonomia hanno condotto ad una struttura portante in acciaio costituita da una trave reticolare a sbalzo che fa perno su una fondazione in calcestruzzo armato situata nel giardino. L’uso dell’acciaio, oltre all’assenza di collegamento con il campanile fanno del manufatto un intervento reversibile, in quanto facilmente smontabile senza compromettere il materiale storico. L’acciaio, inoltre, per le sue caratteristiche meccaniche consente di coprire ampie luci con sezioni esili e pertanto non troppo impattanti sul contesto storico in cui è impiegato.
Sezione longitudinale
Sezione trasversale
Anche l’integrazione con il contesto naturale è un punto nodale del progetto, poichè si è deciso di modellare il terreno nell’area di smonto della scala con delle colline di terra coperte di vegetazione tappezzante. Questi rilievi artificiali addossandosi ai parapetti della scala danno l’idea che essa emerga dal suolo e allo stesso tempo celano una parte della struttura per ridurne l’impatto visivo. Il ruolo centrale che viene assegnato alla sistemazione delle aree verdi in questo progetto vuole essere un omaggio all’intreccio tra architettura e natura che è visibilmente manifesto nel chiostro maiolicato del monastero, dove elementi fondanti dell’architettura classica come colonne e capitelli vengono completamente ricoperti da volute di piante rampicanti.
dettaglio A e dettaglio B
Il parco è stato fonte di ispirazione anche a livello formale in quanto le scala prosegue la forma spezzata dei vialetti, dei quali rappresenta un’ideale prosecuzione, nell’ottica di creare un percorso continuo e organico che dalla piazza conduce al parco e dal parco al campanile. Il segno è manifestazione di un’estetica contemporanea, non imitativo delle forme antiche ma, per la sua essenzialità, in assoluto rispetto del monumento.
Assonometria sfogliata e studio delle essenze arboree
L’idea di creare un’architettura simbiotica con lo spazio circostante è stata perseguita attraverso la realizzazione di piccole colline di terra ricoperte da una rigogliosa vegetazione tappezzante. I settori di terreno, costruiti su uno schema geometrico a base triangolare, costituisco, quindi, il vero punto di fusione tra l’architettura della scala e il parco antistante. Ogni triangolo di terreno possiede una pendenza diversa, in modo tale da poter accordarsi con le altezze variabili della scala. La fitta vegetazione tappezzante è il risultato di un incastro geometrico tra diverse essenze vegetali. La scelta delle stesse è avvenuta sulla base della resistenza e di alcune caratteristiche che permettano al giardino di poter essere rigoglioso tutto l’anno. Le piante selezionate sono quindi delle sempreverdi, di dimensioni medie, dal carattere arbustivo – tappezzante tali per cui le colline vengano ricoperte totalmente dalla vegetazione. I diversi periodi di fioritura delle piante renderanno il giardino cangiante al variare delle stagioni.