NUOVO TEATRO COMUNALE G.VERDI
in collaborazione con Arch. Eugenio Giorgetta, Arch. Paolo Di Bacco,
Arch. Federico Celletti, Ing. Gianluca Bei, MPV Ingegneria, Ing. Paolo Graziano | Terni | 2020
La sala
L’idea progettuale elaborata per il Verdi di Terni si muove su un doppio registro: se da un lato la sala raccoglie le stratificazioni storiche in chiave conservativa, dall’altro la torre scenica ed il suo ampliamento abbracciano un linguaggio più contemporaneo, secondo uno spirito innovativo che richiama la prima opera rappresentata, dedicata alla vita di Saffo, simbolo di ribellione creativa per antonomasia. La torre scenica è un prisma puro, riconoscibile nel paesaggio urbano. Poggia a terra su di un basamento metallico, costituito da pannelli in acciaio con finitura in polvere di ottone. Il rivestimento esterno del corpo in bugne in pietra sponga a punta di diamante, aggettanti e rientranti, ispirato al motivo decorativo dello scalone d’ingresso, dinamizza la superficie della torre attraverso giochi di luci ed ombre. La pelle monolitica si apre solo in corrispondenza delle fasce vetrate dove le bugne sono forate e in corrispondenza degli accessi dove i pannelli di acciaio sono microforati. L’ampliamento del teatro si realizza in un volume distinto da quello della torre scenica, in rapporto materico con essa (un cristallo interamente rivestito di acciaio) ed in rapporto dimensionale con l’edificato circostante. I materiali scelti vogliono alludere alla storia di Terni, tra tradizione agricola ed industriale, e ad un auspicabile nuovo corso di ritorno alla natura e alla sostenibilità. Sostenibilità non è solo scelta di materiali idonei, ma anche ottimizzazione dei flussi e degli spazi. Ciò si realizza attraverso una ricucitura dell’edificio teatrale con il contesto. L’intervento di riqualificazione urbana di largo Sant’Agape consiste in un ridisegno del fronte della torre in allineamento alla facciata di Palazzo Carrara e nella realizzazione di piccole piazze in corrispondenza delle emergenze architettoniche. Il nuovo volume arretra rispetto alla facciata del teatro e si stacca da esso per consentire l’accesso laterale dal Vico anche alle persone diversamente abili. Le aree pedonali guadagnano profondità nei punti di maggior flusso, come gli ingressi agli edifici e sono sottolineate dalla presenza di elementi di arredo urbano quali fioriere e sedute, in modo da promuovere questi spazi come luogo sociale.
Vista notturna della torre scenica
L’intervento progettuale interno consiste nella conservazione dell’aspetto novecentesco della sala, scandita dagli impalcati e dalla successione dei pilastri in c.a., reinterpretandolo attraverso una risagomatura delle gallerie con una curva sinuosa a ferro di cavallo che allude alla forma classica del teatro all’italiana. L’esigenza di avere un ridotto e la volontà di mantenere un impianto dove platea e gallerie sono separati hanno fatto nascere l’idea di un soffitto di sala sospeso, che quando è al culmine della sua posizione permette la configurazione classica della sala e quando viene calato, tramite un sistema di motori a catena, definisce lo spazio del ridotto. Esso è quindi la platea stessa sulla quale il controsoffitto cala come in una scenografia richiudendo lo spazio fino all’emiciclo della prima galleria; il sipario tagliafuoco, in posizione chiusa, diventa il muro di fondo del ridotto, anch’esso decorato secondo la trama che riveste l’esterno della torre. Il controsoffitto mobile è una struttura leggera, un plafone in tessuto retroilluminato che garantisce l’isolamento termico e acustico. La fossa d’orchestra, ampliata per 50 musicisti, è mobile e permette, attraverso un impianto di spiralift, un movimento verticale che consente al pavimento della buca di sollevarsi ad una quota intermedia per divenire palcoscenico del ridotto o di sollevarsi fino alla quota del proscenio. Queste soluzioni garantiranno la fattibilità economica ed esecutiva del progetto, distinto in due stralci funzionali in quanto il ridotto sarà indipendente già nel primo stralcio. La sala accoglie lo spettatore con i suoi colori caldi in omaggio alla tradizione classica italiana: legno per i rivestimenti di tutte le superfici come la cassa acustica di uno strumento musicale a corde, velluto rosso per le poltrone e ottone per le finiture.
Vista del ridotto
Internamente il volume della torre scenica è suddiviso in due parti: una destinata propriamente allo spazio scenico ed una ai locali funzionali. Questa distinzione consente di restituire al palcoscenico tutte le sue potenzialità tecniche. Il palco mantiene la sua inclinazione attuale ma sarà dotato di un sottopalco che potrà ospitare botole e consentire apparizioni di elementi scenografici dal basso e deposito per il materiale tecnico di repertorio. La graticcia è una struttura classica dotata di tiri motorizzati, motori puntuali e tiri manuali in modo tale da poter soddisfare tutte le necessità di una produzione. Il dislivello tra il piano di palcoscenico e l’esterno è colmato da una piattaforma elevatrice per il trasporto dei materiali di scena con ingresso e percorsi indipendenti. Dall’ingresso artisti posto sul retro dall’altro lato si accede ai vari piani al di là del muro di fondo della torre scenica: cameroni per gli orchestrali in prossimità del golfo mistico e per il coro, camerini per gli artisti, uffici del teatro, una sala prove a doppia altezza, impianti in copertura. L’edificio nuovo ospiterà due piani per gli impianti e un museo a doppia altezza con accessi separati.
Piante e sezione trasversale di progetto