PORTFOLIO
LA SUBLIME LIBERTÀ DELLA FORMA
Potersi trovare faccia a faccia con le creazioni di un grande Maestro nella sua città manifesto, Brasilia. Poterne intuire la genialità e la sorprendente modernità. Oscar Niemeyer, uno dei grandi protagonisti dell’architettura del novecento, svela se stesso attraverso le proprie creazioni; e di creazioni dobbiamo parlare, poiché qui più che mai ci troviamo in una sorta di limbo in cui l’architettura sconfina nella scultura e viceversa. Le due discipline sapientemente coniugate si contaminano andando a definire un linguaggio architettonico nuovo, che pur muovendo dalle teorie del movimento moderno è impermeato di dinamismo e sensualità. Badate bene, la nuova architettura/scultura non rinuncia al suo obiettivo principale, ovvero quel rapporto diretto tra edificio e funzione che è uno dei principi cardine del razionalismo; ma l’aspetto dominante è la forma, finalmente libera dai vincoli del tutto utilitaristici e funzionalisti frutto della lezione lecorbuseriana.
Ma facciamo qualche esempio: nella ben nota piazza dei tre poteri di Brasilia, il “Congresso Nacional do Brasil” è un perfetto equilibrio di forme. Inizialmente, lasciandoci ingannare dalla potenza dell’immagine, potremmo associare questa composizione ad un puro esercizio artistico; nulla di più lontano dalla realtà: la grande piastra orizzontale su cui poggiano le due cupole bianche serve da volume distributivo che connette le funzioni principali: la camera dei deputati ospitata nella cupola convessa, il senato federale in quella concava e gli uffici amministrativi posti nel doppio grattacielo da 28 piani. Un chiaro esempio di come le forme vengano qui utilizzate per determinare le funzioni e non viceversa.
Altra opera altro esempio, il “Museu Nacional de Brasilia” è forse tra le architetture più interessanti nel riuscire a rendere con un’evidenza impareggiabile il valore plastico ed “espressionista” delle opere di Niemeyer. Si tratta della più grande cupola di cemento costruita al mondo, avvolta da una spirale di passarelle che penetrano il volume in più punti. Anche qui, la forma è rivelatrice della funzione: le passerelle disegnano un vero e proprio percorso distributivo che si snoda all’interno del volume principale conducendo il visitatore in un costante viaggio tra l‘interno e l’esterno del museo.
Proprio il rapporto tra interno ed esterno è probabilmente un’ulteriore chiave di lettura delle opere di Niemeyer. Nonostante le sue architetture siano caratterizzate da forme decise e solide, quali cupole, parallelepipedi e prismi di varia natura, queste vengono costantemente svuotate, trafitte, smaterializzate. Le tecniche utilizzate si manifestano in diverse fogge: ampie vetrate e specchiature come accade nella lussuosissima residenza dell’Alvorada, grandi loggiati che caratterizzano il “Palacio do Planalto” e il “Supremo Tribunal Federal”, enormi brise soleil di cemento come nel “Ministèrio da Justiça”. Ma come se questo non bastasse il rapporto fondamentale tra costruito e spazio esterno è reso ulteriormente evidente dalla costante sistemazione degli spazi attigui; grandi specchi d’acqua dove far crescere giardini frapposti tra l’acqua e il cielo riflesso in essa, ampie piazze soleggiate di dechirichiana memoria, passerelle sospese sull’acqua, grandi rettangoli di fulvida vegetazione tropicale.
Restano chiare e fortemente impresse nella memoria le critiche che nel corso degli anni hanno riguardato le creazioni di questo grande Maestro sul rapporto troppo stretto tra arte e architettura e su quel formalismo troppo evidente, ma le opere di Oscar Niemeyer riescono ancora oggi ad avere un forte impatto e soprattutto continuano ad essere fonte d’ispirazione per le nuove generazioni di architetti brasiliani e non.
A cura di Ganesh Poggi Madarena
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